FIGURE DI SANTITA' POCO CONOSCIUTE

ISuor Maria Lanceata Morelli di Montecastrilli

la "piccola santa" umbra che da secoli attende di diventare Beata

di Sergio BINI (*)

Era il 26 agosto del 1762 quando suor Maria Lanceata Morelli di Montecastrilli, dell'Ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara, cessò la sua santa vita terrena, rendendo l'anima a Dio. Le cronache del tempo ci tramandano che il popolo accorso numeroso per venerarne il corpo, mestamente ne piangesse coralmente il trapasso ripetendo con grande tristezza e dignitosa insistenza «è morta la nostra Santa».

La Serva di Dio - clarissa cappuccina - aveva trascorso quasi tutta la propria vita all'interno della rigida clausura del Monastero di Montecastrilli nell'Umbria minore.

Per la gente del luogo era nata solo per essere destinata alla santità e così, quasi con naturalezza, visse misticamente ed in modo esemplare sino a quando fece ritorno tra le braccia della Madonna (sua Madre divina) come disse esalando l'ultimo respiro terreno.

La sua è stata una vita rigorosa e orante, scandita dall'intensa preghiera, dal lavoro, dal sacrificio e dalla volontà di imitare Cristo soprattutto nelle sofferenze patite nella Passione. Dal suo ingresso in Monastero ha esercitato un intenso, discreto e silenzioso servizio - spirituale e materiale - aiutando la Comunità monastica e gli ultimi bisognosi e sofferenti del territorio, non solo con una preghiera continua ed incessante ma anche dispensando i suoi medicamenti e le sue cure. Ancora oggi continua a "rispondere" miracolosamente ai fedeli devoti che chiedono la sua intercessione.

Nel corpo di uno scricciolo - era alta poco più di cinque palmi e mezzo romani - aveva battuto un cuore grandissimo ed aveva albergato una fede incrollabile e un'immensa energia, così come racconta il suo primo biografo il cappuccino fra' Michele da Papigno nel suo prezioso volume del 1784. Venne alla luce nel giorno dell'Epifania, il 6 gennaio 1704, nella famiglia di Erasmo Morelli e di Felicita Salvi Olivieri nel piccolo castello di Dunarobba (ricadente nel territorio di Montecastrilli e nella giurisdizione della Diocesi di Todi) e fu battezzata nell'attigua Chiesa parrocchiale con il nome di Maria Vittorina dallo zio paterno, il parroco Lucantonio, che era anche priore della vicina antica pieve dedicata proprio a santa Vittorina.La sua infanzia fu estremamente breve e quasi esclusivamente dedicata all'apprendimento della fede, allo studio delle Sacre Scritture ed all'acquisizione di un livello di istruzione particolarmente elevato e soprattutto per una ragazza dell'epoca.

Il 21 giugno 1717 - a soli tredici anni e mezzo - fa il suo ingresso come educanda nel seicentesco Monastero di santa Chiara di Montecastrilli, dopo un non breve - ma intenso e rigido - periodo formativo vissuto nel vicino comune di San Gemini, soprattutto presso l'antico Monastero di santa Caterina d'Alessandria. Successivamente, dopo aver compiuto quindici anni, il 16 gennaio 1719 indossa l'abito francescano di santa Chiara ed il velo bianco della novizia e l'anno successivo - il 21 gennaio 1720 - emette i voti definitivi di «ubbidienza, povertà, castità e clausura perpetua» con la vestizione solenne e l'acquisizione del nuovo nome di «suor Maria Lanceata».

Quella di suor Maria Lanceata è stata un'intensa vita monastica intera dedicata intensamente alla fede, alla preghiera nonché a dare concrete risposte ai bisognosi ed agli infermi che bussavano al portone e/o alla ruota del Monastero o che pregavano la sua intercessione nell'attigua Chiesa. Un suo scritto, contenente una serie di appunti e di riflessioni in merito al metodo messo a punto per guidare la sua intensa preghiera e la sua esperienza mistica, viene pubblicato postumo nel 1772 con il titolo di «Perfettissimo metodo dell'Orazione Mentale».

Per questo suo misticismo e per questa sua particolare fede fu oggetto di una particolare e severa "vigilanza" soprattutto da parte del severissimo gesuita padre Gianmaria Crivelli, della sede di Perugia del Sant'Uffizio, che aveva avuto "sotto osservazione" anche altre due "sante mistiche umbre": santa Veronica Giuliani di Città di Castello [1660-1727] e suor Chiara Isabella Fornari di Todi [1697-1744]; le tre, oltre alla santità riconosciuta anche in vita, erano accomunate dalla capacità di far registrare fenomeni di bilocazione.

Tra i "segni mistici" della sua santità - oltre alle estasi, all'ipetermia, alla "corona di spine" all'osmogenesi ed alla bilocazione - deve ricordare la "transverberazione", cioè la presenza di una ferita nel costato come fosse stata inferta da una lancia, che in suor Maria Lanceata si aprì il 10 agosto 1721 in occasione di un'estasi. Ferita sempre "viva" che ha portato con sé per tutta la vita e riscontrata dai testimoni anche all'atto della vestizione dopo la morte.

Oltre alla fede espressa a livelli elevatissimi, Suor Maria Lanceata Morelli svolgeva con grande bravura ed efficacia l'incarico di infermiera e di "speziale" del Monastero e, quindi, poteva grazie alle piante officinali coltivate nel proprio "hortus simplicium" - posto all'interno del più ampio "hortus conclusus" monastico - essere concretamente di aiuto per guarire con medicamenti ed interventi appropriati sia le consorelle che i bisognosi, in quanto all'epoca nella zona non erano disponibili né medici, né strutture sanitarie.

Da più di due secoli e mezzo, per i numerosi fedeli e per i devoti, suor Maria Lanceata Morelli continua a costituire un punto di riferimento spirituale al quale potersi rivolgere con devozione per richiedere una intercessione ed un "aiuto divino". Questa devozione avviene in modo estremamente discreto, silenzioso e molto riservato; coerentemente con le abitudini e le tradizioni della gente umbra della zona legata alla terra e caratterizzata da un silenzioso rapporto con la fede e con il lavoro.

È da ricordare che, a furor di popolo, dopo numerosissimi miracoli due anni dopo la morte (per la precisione il 18 settembre 1764 ed alla presenza delle autorità ecclesiastiche) il corpo della Venerabile Suora venne esumato dalla tomba comune del Monastero, nella quale era stato sepolto. Lo stesso venne trovato non corrotto, nonostante il tempo trascorso nella fossa comune senza nessuna protezione particolare. Dopo la prevista ricognizione, le spoglie terrene vennero richiuse in una teca di legno e collocate dietro l'altare maggiore della Chiesa del Monastero dedicata a santa Chiara e a san Francesco; ancora oggi continua a vigilare amorevolmente sulla comunità, ad ascoltare le preghiere dei devoti e ad intercedere grazie al Signore ed alla Madonna, della quale era devotissima.

Vista l'intensità della devozione popolare ed i miracoli accreditati alla Venerabile Serva di Dio suor Maria Lanceata, nel 1784 venne redatto e pubblicato un compendioso volume dal titolo «Vita della Serva di Dio suor Maria Lanceata Morelli di Santa Vittorina, monaca velata cappuccina del venerabile Monastero di santa Chiara di Montecastrilli, morta in questi tempi in concetto di santità» ad opera del Frate Cappuccino F. Michele da Papigno.

Grazie alla sua teologia dell'ubbidienza umile, servizievole ed amorevole ed alla sua mistica mariana, la "misericordia" per lei costituiva un fatto normale, quasi un'abitudine; anche per questo, suor Maria Lanceata è rimasta sempre attuale, anche oggi.

Ai numerosi devoti fa estremamente piacere poterla trovare in compagnia degli altri Santi e Beati almeno sul web, nell'apposito sito: https://www.santiebeati.it/dettaglio/98505, in attesa che si completi il processo di beatificazione.

L'antico Monastero di santa Chiara di Montecastrilli (in provincia di Terni) ospita ancora oggi al suo interno un'importante comunità di monache clarisse di clausura che costituisce (in continuità con l'esperienza consolidata sin dal 1663) un punto di riferimento spirituale e materiale per la popolazione; le suore in questi ultimi secoli della storia nazionale hanno superato non pochi momenti di vera difficoltà, che hanno visto anche per tre volte l'esproprio stesso dell'edificio e l'espulsione della Comunità, soprattutto nella prima metà dell'800, all'epoca della Repubblica Romana ed all'indomani dell'Unità d'Italia.

La Chiesa di santa Chiara e san Francesco, attigua all'omonimo Monastero delle Clarisse, è posta all'ingresso del centro storico del capoluogo di Montecastrilli, in prossimità del Torrione, e merita di essere visitata non solo per la significativa valenza spirituale, ma anche per quella bellezza artistica, semplice e francescana, del monumento seicentesco.

Bibliografia

  • Anonimo, Maria Lanceata MORELLI, monaca italiana - Scheda biografica in: https://peoplepill.com/people/maria-lanceata-morelli/ (2020.11)
  • BINI Sergio, Suor Maria Lanceata Morelli, nel sito: www.umbriatouring.it, 2013

in https://www.umbriatouring.it/suor-maria-lanceata-morelli/

  • BINI Sergio, Suor Maria Lanceata Morelli di Montecastrilli - Una vita santa tra umiltà e ubbidienza, VELAR Edizioni, Gorle (BG), 2015;
  • BINI Sergio, Il Monastero delle Clarisse di Montecastrilli: quando un "recinto mistico" può impedire ad un borgo medioevale di trasformarsi in un "non luogo", in AA.VV., L'UNICA VIA É IL PENSIERO, Intermedia Edizioni, Orvieto (TR), 2019 [pp. 135-168];
  • BINI Sergio, L'itinerario mistico "dal Verbo alla Luce" e l'Orazione Mentale, in Rosa LORUSSO, Daniela DEL GAUDIO, Sergio BINI, Roberto FERRARI (a cura di), CORAM TACET - ABITARE IL SILENZIO: i contenuti della mistagogia benedettina tra fenomenologia e secolarismo, MAMMA Editore, Parma, 2019 [pp. 115-176];
  • BOLOGNINI Daniele, Serva di Dio Maria Lanceata Morelli di Montecastrilli Clarissa; Scheda agiografica inserita nel sito dedicato ai Santi e ai Beati (2020); https://www.santiebeati.it/dettaglio/98505
  • Clarissa (una), Suor Maria Lanceata Morelli, Monastero di Santa Chiara di Montecastrilli (Terni), 1963;
  • Fra' Michele da Papigno, Vita della Serva di Dio Suor Maria-Lanceata Morelli di Santa Vittorina - monaca velata Cappuccina nel Ven. Monastero di S. Chiara di Monte Castrilli, Diocesi di Todi nell'Umbria, morta in questi ultimi tempi in concetto di santità, Stampa di Luigi Chiappini e Antonio Cortesi, Macerata, 1784.

(*) Sergio BINI insegna «Gestione delle risorse umane e del benessere organizzativo» presso il Corso di Laurea in Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali dell'Università degli Studi LUMSA di Roma. È ingegnere, già dirigente d'azienda; biografo di Suor Maria Lanceata Morelli di Montecastrilli.

www.lumsa.it/sergio-bini/; s.bini@lumsa.it.

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